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ASTRO

Samuele editore

PROMIO NAZIONALE DI POESIA
MARIO MOMI ANNO 2011

L'associazione culturale Astro, Samuele Editore, e il sito www.mariomomi.it, bandiscono la Prima Edizione del PREMIO NAZIONALE DI POESIA MARIO MOMI. Il Premio per l'anno 2011 è a sezione unica e riservato ad opere di poesia inedite. Finalità principali del Premio sono:ricordare la figura del poeta pordenonese Mario Momi, scomparso nel dicembre 2009 ed inserito nella collana I Poeti di Pordenone, Poesia del Novecento di Samuele Editore e fornire ai partecipanti selezionati uno stimolo utile alla crescita del proprio percorso poetico.

FINALISTI


La ragazza che non sopportava di Antonio Chiades

Senza bussare di
Leone D'Ambrosio

Per puro caso di
Dario De Nardin

Traffico bloccato su entrambe le carreggiate di
Gennaro De Falco 

Cuius regio eius religio di
Arnold de Vos

Levo la polvere dell'inverno di
Grazia Frisina

Tante belle foglie colorate di Paola Loreto

Ritratto di
Rossella Renzi

Entrambi innocenti di
Andrea Roselletti

Pericolo di
Giacomo Vit


I TESTI


 

 

 

 

PERICOLO
di Giacomo Vit

In pericolo le parole. Si allontanano
dalle cose. Tradite, sanguinano senso
sulla carcassa dei giorni. E brucia
l’occhio della mente, la guerra che porti
nel taschino. Ti attraversa
l’aereo, il plotone delle formiche.
Pietà gravida sventolando la bandiera
chimica. Il vino della Storia inacidisce
nel calice di questo incontro.
In pericolo le parole. Le mie, grevi, seghettate;
le tue, sottili, piumate. In pericolo
il nostro ponte.




LA RAGAZZA CHE NON SOPPORTAVA
di Antonio Chiades

La ragazza che non sopportava
di venire interrotta
si è messa a lanciare bicchieri
mentre cantava
nell’osteria di campagna
Suo padre scriveva romanzi
quella sera parlava con l’attore
che sapeva far risuonare
la voce degli ubriachi
e gli accenti indifesi
di chi ha perduto ogni cosa
anche i sogni
Il vino schizzava sui muri
i visi di chi era seduto
si guardavano attorno indecisi
avevano lo stesso stupore
di chi si ritrova ogni giorno
uguale e diverso
in fondo a se stesso



SENZA BUSSARE
di Leone D’Ambrosio

Continuerò a chiamarti padre
con le comete appartate sui tetti
per non disturbare il tuo sonno.
È vedovo il mare dove sei nato
e tu madre vestirai a lutto
l’eterna sua pienezza.
Se devi andare, vai,
è una croce la malattia
che arriva senza bussare.



TRAFFICO BLOCCATO SU ENTRAMBE LE CARREGGIATE
di Gennaro De Falco

 

Anche stasera metto Vasco,
con la sua voce graffiante
e le sue parole incazzate
Anche stasera,
nel traffico della tangenziale est,
(isoradio dice che è tutto bloccato)
canto insieme a Vasco
e sono anch’io incazzato
Le luci lontane dei palazzi
sono come piccole stelle
che mi accendono speranze
Vasco canta
ed io vivo lo stesso film,
e mi chiedo perchè
e piango
e non so fare altro.



PER PURO CASO (1967)
di Dario De Nardin

Per puro caso
ascolto spirituals ed io
che già per altre cose mi par d’essere
spiritualizzato
(o forse solo e semplicemente spiritato)
sento calarmi l’anima nel fondo della pancia
che pare dilatarsi come utero fecondo
ma all’improvviso
forse in nove secondi
e poi non partorisco niente
e rimango così
gravido e dolente.
Perchè quanto m’impregna non potrò liberare
se non quando il mio corpo avranno sezionato
in ogni singola sua parte.
Della mia essenza allora
potranno ancora riempire
se vorranno
palloncini di gomma colorati
da lanciare nel cielo della sera
quando rosso è il tramonto
(vorrei che fosse estate
e che l’aria ronzasse di zanzare
e di falene bianche).
Per valli e per declivi così
in cento luoghi nello stesso istante
mi porterebbe il vento
e a terra scenderei solo ogni tanto
per cogliere fanciulle incuriosite
dall’altissima tensione folgorate
dello spirito mio eterizzato.



CUIUS REGIO EIUS RELIGIO
di Arnold de Vos

Sei la facoltà per mezzo della quale vedo
la mia facoltà di vedere, che viene meno
quando il coinquilino della mente è assente.
Sei la facoltà per mezzo della quale sento
la mia facoltà di parlare, quando il cuore
trabocca della sostanza pensante e la parola
dal golfo mistico della poesia sale al cuore della pagina.


Levo la polvere dell'inverno
di Grazia Frisina

Levo la polvere dell’inverno
ammucchiata nelle scansie delle ossa.
Spalanco il portale al nuovo respiro.
Per rinverdire la casa da balcone
a balcone di stanza in stanza
da un pensiero all’altro
quasi con sinuosa processione
alla rondine prendo in prestito
il volo. Sul letto dispiego
aiuole di viole.
Tra i capelli uno stelo innamorato.
Sono pronta
al passaggio di Maggio
araldo e signore col cimiero in festa.
Sono pronta.
Dall’alto oggi
mi promisero sposa.



TANTE BELLE FOGLIE COLORATE
di Paola Loreto

Vengono le gite dell’ottobre,
di ruggine e melassa di mosto,
delle cose che se non le mangi
alla svelta si sfanno e comunque
crescon storte, vizze, ritorte,
bitorzolute, verdi, sbagliate.
Viene il tempo delle lunghe escursioni
a bassa quota, giornate piene
zeppe di passi perché corte,
il piede posato anche in levata
perché è l’ora che brilla
la contemplazione. Tutto cade
nella torta della nonna, messe
di frutta zuccherina, pesante di
soffice sostanza che ha percorso
fedele un’intera stagione.
Vengono le ortiche incattivite
di riarsa ricrescita tardiva,
testarda, la menta che ricorda
il suo apice balsamico, pungente.
La terra esausta si rilascia, cede.
Viene il dolce, il passito.



RITRATTO
di Rossella Renzi

Ripetiamo il segno che lascia la pioggia
sulla terra, una danza scomposta di punti,
un canto disperato
per chi non ha imparato
che questo, di alfabeto.
Sono cose così, che rigano la pelle
come il vento che muove le tende
mentre tu rifinisci il mio ritratto,
e mi dici: “mamma,
ti disegno il sangue negli occhi”.



ENTRAMBI INNOCENTI
di Andrea Roselletti

Ho stilato a freddo l’elenco
dei miei errori e peccati
e dei tuoi
e siamo entrambi innocenti.


 

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